La leggenda di
Ciro e Michele
a cura di Wolfy
 

 
Taranta GialloRossa                  

Mentre ancora risuonano le note del concertone-evento dell'estate salentina ed il campionato ha già preso il via con il confortante esordio di Frosinone, un importante argomento tiene banco tra i salentini: il connubio U.S. Lecce - Notte della Taranta.
Si tratta di un'operazione (tenuta in gran segreto fino alla conferenza stampa di presentazione a Melpignano) che, a distanza di oltre due settimane, non è stata ancora metabolizzata e del tutto assimilata dai salentini, tifosi e non. Ed il dibattito tra favorevoli e contrari a tale sponsorizzazione è tuttora vivo: accanto all'entusiasmo di chi, nell'anno del centenario del calcio a Lecce, caldeggiava che il logo da apportare sulle maglie fosse riconducibile al concetto di "salentinità", si sollevano diverse perplessità da parte di chi non approva che istituzioni pubbliche (o enti finanziati con soldi pubblici) investano risorse nella sponsorizzazione di una società sportiva.
E la distanza tra le due posizioni sembra essere tanto più netta quanto più il discorso assume connotazioni e coloriture politiche che, tuttavia, riguardano il solo evento musicale di Melpignano.
Ma ad un'analisi più obiettiva, il logo "La Notte della Taranta" sulle maglie del Lecce è il naturale incontro tra due modi differenti, ma certamente efficaci, di esportare il Salento, terra ricca di suggestioni e capace di stregare chiunque, calciatori compresi (giusto per restare in argomento) e non uno spot fine a se stesso e che si esaurisce nel momento in cui è stato prodotto ed utilizzato.

Ciò che a qualcuno può apparire come "sperpero di denaro pubblico", in realtà non è altro che una valida strategia di comunicazione dinamica e di forte penetrazione e che, attraverso tutti i media, è in grado di raggiungere capillarmente ogni angolo del nostro Paese. Essa non si limita, infatti, ad una scontata campagna pubblicitaria su questo o quel giornale, su questa o quella TV, sui mezzi di comunicazione più o meno amici e compiacenti; come se lo stesso flusso di denaro pubblico, una volta finito in casse private al di fuori del nostro Salento, fosse da considerarsi "ben speso" con la certezza di rappresentare un investimento più vantaggioso per il territorio.
Il territorio: ecco la parola chiave che racchiude il senso di questa operazione di sponsorizzazione, che ad un occhio ipercritico potrebbe sembrare "assistenzialismo" ma che, a ben guardare, mette in risalto una strategia oculata di valorizzazione del territorio (che per ovvie ragioni passa anche attraverso il ritorno in Serie A) e di ciò che esso esprime. E' innegabile che, fino a dieci anni fa, questo "fazzoletto di terra" a noi così caro, al di fuori dei propri confini fosse rappresentato  dai soli colori giallorossi, quelli che più di ogni altra realtà simboleggiano un radicale attaccamento alla propria terra. Oggi il Lecce continua ad esserne la bandiera, ma alla quale ora è possibile appuntare tante stelle, frutto dell'ingegno, delle tradizioni, della creatività e vivacità culturale di questa terra splendida. Per ragioni di spazio e per restare in tema, ci limiteremo alla sola Notte della Taranta, un miracolo creato dal nulla e che in pochi anni è cresciuto, confermandosi a livelli inimmaginabili e che ora fa parlare di sè, del Salento (e di Melpignano, esemplare realtà di sole mille anime) il mondo intero, abbattendo quei confini che ogni tifoso si augura che anche il Lecce possa prima o poi varcare.
Davanti al materializzarsi di tale miracolo, dunque, da più parti si è compreso che "La Notte della Taranta" avesse le potenzialità per essere esportata ed apprezzata su scala molto più vasta e, com'è noto ormai a tutti, in una strategia di comunicazione molto più ampia e capillare sono stati ottenuti dei finanziamenti comunitari. La scelta di destinare parte di queste risorse alla sponsorizzazione di un progetto (quello dell'U.S. Lecce) di riconquistare la platea più importante del calcio italiano, più che uno spreco rappresenta un investimento di sicuro impatto e che sortirà gli stessi benèfici effetti ottenuti con la veicolazione del marchio "Salento d'Amare". Lecce e Taranta, massime espressioni di salentinità a braccetto negli stadi di ogni angolo del nostro Stivale, su tutti i mass-media, messaggio forte ed evocativo destinato ad un pubblico giovanile, sportivo, in attesa che tale risonanza si amplifichi grazie all'auspicato ritorno in serie A.
Un istituto bancario del nord, un'azienda qualsiasi non legata al nostro territorio o una celebre multinazionale non avrebbero potuto donare alla maglia giallorossa quell'appeal che solo un marchio d'area come "Salento d'Amare" o un evento di risonanza mondiale come "La Notte della Taranta" possono suscitare. Ma se oltre a queste motivazioni di ordine sentimentale e di appartenenza riusciamo a scorgere anche la reciproca convenienza di un progetto comune che non è fine a se stesso ma che genera un virtuoso e duraturo effetto di promozione del territorio, ci accorgiamo che il matrimonio U.S. Lecce e La Notte della Taranta "s'aveva da fare", con l'auspicio che, a ritmo di "pizzica", questo connubio possa protrarsi il più a lungo possibile: vorrebbe dire Serie A e centenario del calcio a Lecce festeggiato nel migliore dei modi.
Avanti Salento!

31/08/2007                                                                 Webmaster

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