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26.02.01 |
- LUKAGOL, altro che Vieri!
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- Caro Trapattoni, cosa dovrebbe ancora fare
il nostro bomber per meritarsi una convocazione in Nazionale?
Anche contro la Reggina, infatti, Lucarelli ha disputato una grande gara e il suo gol-partita
(frutto di potenza, intelligenza e determinazione) ha rappresentato solo il suggello ad una
prestazione di per sè straordinaria.
Forza LUKA, continua ad entusiasmarci ! A suon di gol, stai entrando nella leggenda giallorossa:
mancano solo 4 gol al titolo di capocannoniere della storia del Lecce in serie A !!!
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26.02.01 |
- Cavasin premiato con la
"Panchina d'Oro 2000"
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- Coverciano, - Il
tecnico giallorosso Alberto Cavasin ha ricevuto il prestigioso riconoscimento "Panchina d'Oro
2000". Ad attribuirgli questo premio sono stati gli allenatori di serie A e B, per i
risultati raggiunti alla guida del Lecce nella scorsa stagione.
Leccecalcio.net formula al grande "mister" le più sentite congratulazioni, augurandogli
di raggiungere traguardi sempre più prestigiosi... perchè no, alla guida del Lecce!
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25.02.01 |
- Addio, Pippo!
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- Avrebbe compiuto 33 anni il prossimo 12 marzo.
Con uno striscione esposto in Curva Nord, gli amici più stretti hanno reso omaggio alla memoria
di Giuseppe PELLEGRINO, sfortunato tifoso giallorosso scomparso lunedi scorso per una malattia
incurabile. Prima dell'incontro con la Reggina, il capitano Lucarelli ha deposto un mazzo di fiori
davanti al settore del "Via del Mare" dove Pippo era solito prender posto. Nell'ultimo
letto, gli amici hanno riposto
- la sua sciarpa giallorossa per l'ultima
"trasferta".
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25.02.01 |
- Lecce, 25.02.01
- Dopo aver battuto la Reggina a Reggio
Calabria nel girone dandata, il Lecce si è ripetuto al "Via del Mare". E
stata una vittoria decisamente meritata, e il risultato di 2-1 non esprime pienamente il dominio
esercitato dai giallorossi sulla formazione di Colomba durante tutto lincontro.
Era una partita molto delicata, ma da vincere ad ogni costo; ed i ragazzi di Cavasin non hanno
fallito il loro compito, battendosi con grande determinazione fino allultimo minuto.
Lemblema di questa prova di forza del Lecce è stato senza dubbio Lucarelli: il suo
gol-vittoria rappresenta il suggello ad una prestazione molto generosa e di alto spessore tecnico.
Contro la Reggina, i giallorossi hanno conquistato tre punti pesantissimi, poiché ottenuti contro
una diretta concorrente per la salvezza: tra laltro, il Lecce sembra specializzato nel
cogliere punti contro le cosiddette "squadre provinciali".
Alla vigilia, Cavasin aveva previsto che la gara si sarebbe risolta sulle fasce laterali, e i
fatti gli hanno dato ragione: proprio sulle corsie esterne i salentini hanno creato le azioni più
pericolose; Balleri e Tonetto sono stati devastanti, facendo ammattire per lintera gara i
diretti avversari, Vicari e Morabito.
Sin dai primi minuti, le ripetute azioni offensive del Lecce hanno messo in seria difficoltà la
retroguardia reggina: all' 8', Tonetto penetrava in area ma il suo sinistro colpiva in pieno il
palo e pochi minuti dopo, Taibi dava prova del suo valore deviando miracolosamente sulla traversa
un colpo di testa di Lucarelli su cross di Vugrinec.
La netta supremazia territoriale del Lecce si concretizzava al 14', quando un perfetto cross
radente di Tonetto attraversava tutto lo specchio della porta giungendo sui piedi di Balleri:
lex-sampdoriano non si faceva pregare e, con un forte tiro sotto la traversa, riassaporava
la gioia del gol dopo ben 5 anni.
Sebbene in vantaggio, la formazione di Cavasin continuava a spingere, sfiorando più volte il
raddoppio: al 20', Taibi doveva uscire su Vugrinec lanciato a rete e, alcuni minuti dopo, un colpo
di testa di Ingesson impegnava il portiere reggino ad un grande intervento.
Per vedere la Reggina affacciarsi presso larea del Lecce bisognava attendere il 26 e
due minuti dopo, al primo vero affondo, Cozza realizzava il gol del pareggio agevolato da
unesitazione difensiva dei giallorossi.
Una punizione troppo dura per il Lecce, che fino a quel momento aveva messo in seria difficoltà
una Reggina alquanto contratta.
Nella ripresa, Cavasin tentava la carta Vasari per vivacizzare la manovra offensiva del Lecce
(52); in effetti, l'ingresso del giocatore siciliano dava subito maggiore freschezza ai
salentini e Taibi era costretto ad intervenire in più di un'occasione. La Reggina, invece,
tentava di arginare la manovra del Lecce, e per questo motivo Colomba decideva di mandare in campo
Caneira e Veron. Al 64', tuttavia, erano ancora i i giallorossi ad andare vicini al raddoppio,
nuovamente con Tonetto.
Sembrava una nuova partita stregata per il Lecce che, nonostante gli sforzi, non riusciva a
superare una Reggina che dava limpressione di poter resistere agli assalti giallorossi. Ma
al 72, i calabresi erano costretti a capitolare: capitan Lucarelli dando un saggio delle sue
grandissime doti di attaccante, addomesticava uno spiovente in area, aggirava il suo controllore
Oshadogan e trafiggeva con un secco tiro Taibi in uscita. Un gran gol, realizzato con la
caparbietà e la classe tipiche del nostro bomber.
Colomba affidava le sue ultime speranze allattaccante Bogdani, subentrato a Vicari. Cavasin
rispondeva mandando in campo Pivotto (al rientro dopo diversi mesi di assenza) e Piangerelli, ma
il risultato era destinato a rimanere inchiodato sul 2-1 per i giallorossi.
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24.02.01 |
- - Pre-partita -
- Il Lecce all'assalto della Reggina
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- La terza giornata del girone di
ritorno mette di fronte Lecce e Reggina, due formazioni impegnate nella lotta per la permanenza
nel massimo campionato. Gli amaranto, in netto ritardo rispetto alla formazione salentina,
cercheranno di strappare i tre punti per migliorare la precaria posizione in classifica; il Lecce
intende tornare alla vittoria dopo oltre un mese ed alontanarsi dalla zona retrocessione.
Dopo la capolista Roma, il Lecce affronta un turno casalingo non meno impegnativo: in casa
giallorossa, la sfida contro la Reggina, diretta concorrente alla salvezza, viene vissuta come uno
spareggio da vincere ad ogni costo.
Ed in effetti, la formazione salentina manca lappuntamento con i tre punti da cinque
giornate e, di conseguenza, ha perso molto terreno nei confronti delle dirette inseguitrici: il
distacco dalla quartultima, infatti, si è ridotto a soli due punti.
A far da contraltare alla crisi di risultati del Lecce sono le ottime prestazioni che la squadra
ha fornito nelle ultime gare: nonostante le importanti assenze che hanno contrassegnato gli ultimi
impegni in campionato, la formazione di Cavasin sembra godere di ottima salute.
Lo scarso numero di punti (appena 3) racimolati nelle ultime 5 partite può essere attribuito
anche ad una serie di arbitraggi che hanno decisamente penalizzato il Lecce: tuttavia,
nellambiente giallorosso cè molta fiducia nei propri mezzi si avverte una forte
determinazione ad ottenere la massima posta in palio contro la Reggina di Colomba.
In vista della sfida casalinga contro i calabresi, si prevedono interessanti novità nella
formazione giallorossa: rispetto alla partita dellOlimpico di domenica scorsa, il Lecce
schiererà in difesa il rientrante Juarez e riproporrà sin dal primo minuto il giovane Dainelli,
questa volta nel ruolo di centrale difensivo.
Sarà ancora assente, infatti, il capitano Viali, non ancora guarito dallinfortunio. Non
sarà della partita neppure Conticchio: per la terza gara consecutiva, il "sindaco"
sarà costretto a rimanere fuori per via dellinfortunio al ginocchio.
Ancora incerto il modulo tattico che Cavasin adotterà in attacco: in settimana, il tecnico
giallorosso ha provato diverse soluzioni, una delle quali prevedeva un Lecce a tre punte formato
da Lucarelli e Osorio, con Vugrinec alle loro spalle nel ruolo di rifinitore.
La Reggina giunge nel Salento con limpellente necessità di far punti, e si affiderà al suo
temibile attaccante Dionigi per espugnare il "Via del Mare". In trasferta, finora, la
Reggina ha vinto una sola volta (a Parma) andando vicina al successo contro lInter a San
Siro due giornate fa.
In entrambe le occasioni, il protagonista indiscusso è stato proprio Dionigi, ultimo arrivato in
casa amaranto.
Il Lecce, tuttavia, in questa stagione ha già avuto modo di superare la formazione di Colomba al
"Granillo", grazie ad un gol su rigore di Lucarelli.
Le probabili formazioni:
LECCE: Chimenti; Juarez, Dainelli, Savino; Balleri, Giorgetti, Ingesson, Tonetto,
Colonnello; Vugrinec, Lucarelli.
REGGINA: Taibi; Oshadogan, Vargas, Stovini; Vicari, Brevi, Mamede, Zanchetta,
Morabito; Cozza, Dionigi.
Arbitrerà il sig. Borriello
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22.02.01 |
- Lo Show è qui !
- di UL 197 -
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- In qualità di moviolista esperto quale sono,
vista ormai la settimana di lavoro che ho alle spalle, vado ad analizzare gli episodi più
importanti visti in TV.
- Tutto liscio a Bari, anche se il fallo in partenza
sull azione del gol della Juve ci poteva anche stare, non mi sento però di condannare
Cesari, cosi come Pellegrino a Milano sul gol di Sheva, vista la dinamica dell azione veloce
quanto incasinata nel suo svolgimento. Allucinante invece la non-espulsione di Maldini in
occasione del rigore per il Bologna, ma forse non era una chiara occasione da gol (?????).
- Scopro con piacere che anche gli atalantini sono
autorizzati a giocare a pallavolo nella loro area quando si avvicina il 90°, cosi come non è
regolare segnare un gol con 2 difensori fra sé e la porta, se il portiere e a spasso a sbrigare
commissioni (vedi inzaghino e poi muori).
- A Napoli si vede un evidente quanto stupida spinta
alle spalle di Dalmat ai danni di Matuzalem, ma il sig. Rodomonti va ad ammonire il secondo
per simulazione e tutti sappiamo come è andata a finire per quest ultimo (espulso per
essere andato ad esultare sotto la curva dopo il gol) grazie ad una regola che più idiota non si
può!!!
- Credo di aver sbagliato. Di regole più idiote, non
scritte, ce ne sono a bizzeffe nel nostro campionato, vedi il fatto che con Messina di Bergamo il
Lecce non fa punti (vi rimando alle statistiche per credermi), che a Roma il Lecce non
fa punti, che per avere un rigore Luka deve essere amputato di un braccio (Zago con le
braccia ci può fare quello che vuole), che la sudditanza psicologica non esiste ma esiste una
nota marca di orologi col suo fascino, che i nostri Signori preposti alla difesa dei diritti del
tifoso fanno buon viso a cattivo gioco e non commentano. Cava se volevi fare il signore non dovevi
andare a farti co****nare in faccia da Capello & C. a Telemontecarlo, uno grintoso come te non
meritava quell umiliazione! Signore si, fesso no!!! Lamentarsi non paga? Nel più recente
passato ricordo un Mazzone piangente che nella partita interna col Perugia ha avuto la strada
spianata da 2 espulsioni ridicole ai danni dei grifoni! Io non voglio favori arbitrali, voglio
solo che le squadre in campo si affrontino in 11 contro 11!
- L ennesima pagina di fantacalcio è stata scritta a
Roma in barba a noi deficienti che crediamo nello sport come in una sana competizione.
- Con le 7 vacche cè poco da fare, servono solo
miracoli per strappare il punto, il Lecce era riuscito a farli ma i punti a Roma non si sono
visti, pura casualità!
- Viene voglia di andare a vedere il nuoto e diventare
tifoso di nuoto sincronizzato almeno li è tutto limpido come lacqua!
- Aggiungo un ultima cosa, dopo 19 giornate di campionato
il Lecce sbagliando un paio di partite è a 2 punti dalla zona a rischio, è solo inferiorità
tecnica?
- Forza ragazzi io in voi credo ciecamente e Sistema
fasullo permettendo
- P.S. Nel primo articolo mi dicevo sicuro di avere
materiale per un secondo, ma Messina è stato eroico! Internazionale? Io non gli farei arbitrare
l amichevole Scapoli- Ammogliati!
- Ultim ora: Garzya Aranda noto Capo Ultrà del Lecce
vendica i suoi fratelli salentini in quel di Liverpool!!! Tocca a voi romanisti sotto con la
classe che vi contraddistingue!
- Appuntamento alle prossime Buffonate dei nostri eroi!
- Ciao a tutti e Forza Lecce oggi + di ieri - di domani!
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21.02.01 |
- VI: Non commettere atti impuri - Lo Sciacallo
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- Roma, Stadio Olimpico, ore 15.47: si
gioca il primo dei due minuti di recupero concesso dallarbitro, quando Vugrinec, bevutosi il
controllore di turno, plana in area ed effettua un pallonetto a "rientrare" sul quale
piomba Zigo-Zago, mago con la faccia blu, che con un funambolico gioco di mani
"ipnotizza" palla ed arbitro, che resta di stucco. E un barbatrucco, che i
commentatori di fede giallorossa capitolina si affannano in tutti i modi per dimostrare
involontario.
Ma mi domando: quando un giornalista del Corriere dello Sport giudica "involontario" un
fallo di mani protese a fermare un pallone calciato con delicatezza e a distanza di almeno tre
metri, possibile che non sia toccato da un rimorso di coscienza? Il Giubileo è finito da appena
un mese, ma non per questo si può continuare a sparare cazzate, sperando di farla franca.
Il sesto comandamento è quello che ricorda alluomo luso improprio delle mani. E
parente affine del VII (non rubare), perché anche quello ricorda alluomo che le mani sono
fatte per lavorare non per sottrarre furtivamente qualcosa ad un proprio simile. Le mani di Zago
sono mani evidentemente avvezze ad uso improprio. Come quelle del giornalista del Corriere dello
Sport. Come quelle di Samuel che tira il braccio di Lucarelli in piena area di rigore facendolo
ruzzolare.
Come quelle di Messina che estrae dal taschino il cartellino giallo per ammonire il capitan Luca,
reo di aver espresso le proprie perplessità sul primo degli episodi incriminati. Come quelle di
Sensi che hanno confezionato i pacchi dono natalizi recapitati alla classe arbitrale. Come quelle
del Designatore arbitrale bicefalo (Pairetto & Bergamo), che ha deciso di sospendere Messina
per quattro turni.
Perché? Perché non consentire a Messina di continuare ad infierire contro le altre piccole
provinciali? Perché solo il Lecce deve essere lultima vittima sacrificale? Perché Messina
non verrà designato per i prossimi incontri Roma-Vicenza, Roma-Reggina, Roma-Bari, Roma-Verona,
Roma-Brescia, Roma-Napoli?
Chiedere "ingiustizia uguale per tutti" è forse troppo?
Intanto prepariamoci per quella che è stata definita la sfida tra le "affossate dagli
arbitri": Reggina-Lecce. Scommettiamo che verrà designato il Pelatone? Per un pareggio
pilotato al termine di 90 minuti cronometrati dal Rolex.
P.S.: uso improprio delle mani è anche quello di lanciare fumogeni accesi contro i tifosi
avversari. Saranno stati i romanisti presenti in curva nord i primi a lanciare bottiglie piene
dacqua e lo posso testimoniare apertamente -, ma questo non deve indurre tifosi
civili a lasciarsi andare a gesti inconsulti nonché pericolosi per lincolumità
individuale. Ma allora Bari-Lecce dello scorso anno non ha insegnato nulla? Di fronte alle
provocazioni non bisogna reagire, ma limitarsi a segnalare i facinorosi alle forze
dellordine, che sono generalmente presenti in massa ed autorizzate ad uso proprio delle mani
e dei manganelli. Sono pagate per questo. Farsi giustizia (o meglio vendetta) da sé è una
scappatoia incivile, illegale. Che costa ad altri (U.S. Lecce multata di £. 20.000.000 con
diffida).
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18.02.01 |
- Elementare, Watson
- Chino -
- Ma che bello questo calcio fatto di litanie
che scorrono come infiniti titoli di coda di un film noiso e a volte stomachevole. Che bello
vedere gli atomi impazziti scannarsi per sei giorni di seguito, senza soluzione di continuità,
alla ricerca della verità ultima, della sentenza su questa e quella squadra, su questo o quel
giocatore; che bello questo carrozzone di sportivi voyeurs che, per giornate intere si contorcono
viscere e cerebro per soli novanta minuti di una qualunque domenica dell'anno. Che bello
ritrovarsi una sera di una di queste qualsiasi domeniche di un anno qualsiasi e dirsi: che schifo!
Già. Dopo l'olimpica trasferta, ci accoderemo anche noi alle polemiche e alle urla degli
appartenenti al Club dei Tifosi Derubati (C.T.D.), circolo dalle geometrie variabili che conta
nelle proprie fila squadre più o meno fedeli e altre più o meno esenti da tale corvée. Lo
faremo nel nostro piccolo, sbraitando in un minuscolo cortile sito tra i grandi palazzi di questa
follia chiamata "calcio". Sì, perchè quando ci capita di ritrovarci con le tasche
tagliate dallo stiletto e con il borsellino volatilizzato dal ladro di turno, noi porgiamo pure
l'altra chiappa e incitiamo il prossimo a fregarci anche le chiavi della macchina. Passiamo
sicuramente per signori, per autentici aristocratici e fautori del "fair play", finiamo
certamente nel servizio del telegiornale delle venti con le pacatissime dichiarazioni di un
allenatore che dà la colpa ai suoi giocatori e non all'arbitro. Di certo non imiteremo quei
loschi personaggi che dal loft dei palazzi citati, lanciano fulmini e saette qualora l'arbitro si
fosse dimenticato di ammonire tale giocatore per un falletto tutto sommato cattivello. No, noi non
interveniamo, e se lo facciamo, eseguiamo il tutto nei pochi spazi che ci sono riservati
(quotidiani locali, siti ufficiali e non, ecc. ecc.), guai a pensare di prendere l'ascensore per
salire nei locali che contano e dire due paroline cordiali ma severe a chi di dovere.
Allora, a questo punto può venire anche il dubbio: ma le chiavi per attivare l'ascensore, le
abbiamo? Possiamo veramente uscire dalle quattro mura del cortile che copriamo di passi come un
prigioniero durante l'ora d'aria?
Credo di no, e questo mio credere costituisce una fetta importante della famosa litania: prendi
una squadra finalmente competitiva e affamata dai tanti anni di attesa per lo scudetto che non
viene. Prendila come un'entità che crede di aver subito tanti torti (li conto su due dita) e che
finalmente, dopo tanti piagnistei, pensa di poter vincere l'agoniato titolo. Prendila come realtà
che mezza Italia aspettava per porre fine duratura al lungo dominio del Nord e tieni conto che, in
tutto questo bailame e a questo punto del campionato, il fattore psichico dell'italico popolo
inizia ad avere un ruolo dominante nel gioco che oppone grandi e piccoli.
Ora, a questa realtà, opponici una che non ha storia, se non nel proprio cortile (ripeto, stampa
locale, siti ufficiali e non, ecc. ecc.); una realtà che quando ha avuto qualcosa da dire, lo ha
fatto sempre a sproposito (fa perdere scudetti a chi li ha già vinti o fa sgambetti a chi non
dovrebbe). Prendila come squadra che rende felice una banda di mentecatti che, seppur numerosi
negli stadi altrui, restano i protoalbanesi di una terra dimenticata. Prendila come un miracolo
permanente, perchè la città e il territorio che rappresenta non hanno di per sé i requisiti
ideali (popolazione numericamente consistene, grossi gruppi industriali e finanziari come
puntello, ecc. ecc.) per produrre una realtà calcistica di alto livello.
Fatto ciò, mischia il tutto in novanta minuti e calcola il risultato. Se non hai sbagliato
nei procedimenti, troverai come risultato la partita di questo pomeriggio, con, da un lato i
grandi che cercano di esserlo anche quando non lo sono e i piccoli che scherzano col fuoco e si
scottano la mano. Troverai anche un risultato che andrà protraendosi per tutta la settimana: urla
e inutili litanie sull'ingiustizia sportiva, tanto più inutili che sfogate là dove non potranno
contare (il loft dell'ultimo piano del palazzo è sapientemente insonorizzato a questo genere di
schiamazzi).
Allora sfoghiamoci pure, ma non aspettiamoci che qualcosa cambi. Elementare, Watson.
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18.02.01 |
- Roma, 18.02.01
- Ottima prestazione dei salentini,
pessima direzione di gara dell'arbitro Messina.
La partita dell'Olimpico tra Lecce e Roma si può sintetizzare in queste poche parole. Fa rabbia
dover registrare l'ennesimo furto, ancora una volta all'Olimpico, ai danni dei dei ragazzi di
Cavasin che, al cospetto della capolista, non hanno affatto demeritato ...anzi!
Nonostante un Lecce in piena emergenza per le contemporanee assenze di Conticchio, Viali, Juarez,
Piangerelli e del bomber di riserva Osorio, il Lecce ha disputato una gara che ha rasentato la
perfezione sia dal punto di vista tattico sia dal punto di vista della concentrazione e
dell'impegno. Ma evidentemente non è bastato, visto che Messina ci ha messo del suo per
consegnare su un vassoio d'argento questa vittoria alla Roma di Capello.
E al triplice fischio finale, suonano beffardi i complimenti ed i sorrisi elargiti generosamente
al Lecce.
Stavolta non si può certo parlare di sfortuna, di episodi, di disattenzioni difensive, di
imprecisione in attacco, di superficialità: no, stavolta il mancato risultato è da attribuire
unicamente allo scandaloso arbitraggio di Messina.
Con una gara straordinariamente accorta, infatti, il Lecce aveva saputo mettere in difficoltà la
Roma per gran parte del primo tempo arginando con ordine e lucidità ogni iniziativa romanista.
Eppure i salentini schieravano una difesa inedita, con il debuttante Dainelli che si è
disimpegnato con grande autorevolezza contro il più pericoloso elemento del tridente di Capello
(ovvero Montella) e Malusci al posto dell'infortunato Viali. Altrettanto rimaneggiato il reparto
di centrocampo, a causa delle assenze di Conticchio e Piangerelli.
A dimostrazione della grande prestazione del Lecce, bisognava aspettare il 33' per registrare
il primo intervento di Chimenti, quando cioè Montella, nel giro di pochi secondi, concludeva due
volte a rete da distanza ravvicinata: ma in entrambi i casi, il portiere giallorosso era pronto
sventare il pericolo con plastici interventi.
Molto più pericoloso il Lecce al 46': un veloce scambio Colonnello - Lucarelli - Vugrinec
coglieva di sorpresa la retroguardia romanista, ma Zago, colpendo la palla con la mano, impediva
al croato di superarlo con un secco dribbling. Il fallo da rigore era evidentissimo, tanto che
Messina si portava istintivamente il fischietto alla bocca, ma poi, quasi illuminato da chissà
quale "ordine divino" faceva cenno di proseguire. Lucarelli, capitano, veniva
addirittura ammonito perchè, ancora incredulo, aveva osato protestare.
Mentre il Lecce si disperava per il rigore non concesso, sul rovesciamento di fronte, la Roma
stava quasi per passare in vantaggio: Montella, in mischia, mandava la palla a colpire il palo, ma
sarebbe stata una beffa atroce se nella circostanza i salentini fossero passati in svantaggio.
L'andamento della gara non cambiava neppure nel secondo tempo: un Lecce ben disposto in campo
impediva alla Roma di rendersi pericolosa e, con veloci ripartenze, metteva in affanno la
retroguardia della squadra di Capello: al 54', Mangone stendeva Giorgetti poco prima di entrare in
area di rigore e al 60' Vugrinec, in forma strepitosa, penetrava in area romanista scambiando con
Lucarelli: la forte conclusione da distanza ravvicinata del bomber veniva respinta da Mangone.
Vugrinec si ripeteva al 63', superando come birilli diversi romanisti ma al momento della
conclusione non aveva la necessaria lucidità e freschezza per battere Antonioli.
Proprio mentre il Lecce dava l'impressione di poter uscire dall'Olimpico con un risultato di
prestigio, la Roma passava in vantaggio. Da una leggerezza giallorossa nella tre quarti romanista
scaturiva un calcio di punizione: la palla calciata da Candela attraversava l'area leccese e
giungeva a Samuel che, da due passi, incornava in rete (69'). Nell'occasione, Malusci è sembrato
in ritardo ed alquanto indeciso.
Il Lecce non si perdeva d'animo e il solito Vugrinec, al 75', si costruiva una preziosissima
palla gol; ma Antonioli salvava la propria porta respingendo in angolo, con la punta delle dita,
l'insidiosissima conclusione in diagonale del croato.
Ormai in balia di un Lecce deciso a vender cara la pelle, la Roma veniva salvata ancora una volta
dall'arbitro Messina: all'85', infatti, Lucarelli arpionava un traversone in area di Vasari, ma
poi veniva trascinato a terra da Samuel. Fallo da rigore evidentissimo, ma non per Messina, che
facefa proseguire l'azione come se nulla fosse successo.
L'ultimo sussulto arrivava al 88', quando Vugrinec, ormai esausto, non riusciva a battere a rete
dopo un'azione costruita con il compagno Vasari.
Ai ragazzi di Cavasin, protagonisti di una grande gara, non può essere rimproverato nulla.
Giocando a questi livelli, il Lecce non avrà certo problemi a raggiungere la salvezza; a patto
che si ponga la parola fine ai disastrosi arbitraggi sempre e soltanto a danno della formazione
salentina.
...a tal proposito, meglio non dilungarci... e confidare in una presa di posizione da parte della
società nelle sedi e nei modi più opportuni, anche in segno di rispetto verso gli encomiabili
tifosi giallorossi che seguono e sostengono dappertutto la nostra squadra...
Prima che sia troppo tardi!!!
AVANTI LECCE!!!
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17.02.01 |
- - Pre-partita -
- A Roma, Lecce rimaneggiato ma non
rassegnato
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- Un Lecce in piena emergenza si appresta ad
affrontare la capolista Roma: alle già previste assenze di Conticchio, Viali, Piangerelli e
Osorio si aggiunge quella del difensore brasiliano Juarez, il quale, a causa della febbre degli
ultimi giorni, non ha potuto seguire i compagni nel ritiro alla Borghesiana, nei pressi di Roma.
- Cavasin, che ha convocato diversi ragazzi della
formazione primavera, spera di poter recuperare in extremis Lucarelli.
- Il bomber appare in ripresa, dopo
linfortunio curato in settimana in un centro specializzato alle porte di Forlì: il tecnico
giallorosso, pertanto, spera di poterlo schierare sin dal primo minuto accanto al croato
Vugrinec.
- Nel corso della settimana, Cavasin aveva fatto
intendere di voler adottare un modulo tattico più coperto (ricorrendo alla difesa a quattro), ma
le numerose assenze di rilievo e il forfait di Juarez complicano non poco i suoi piani: si
ipotizza, pertanto, un ritorno al consueto 3-5-2.
- Malusci prenderà il posto del capitano
William Viali nel ruolo di centrale difensivo e Matteo Pivotto, al rientro dopo un lungo
infortunio a causa di un intervento chirurgico all'ernia del disco, si prenderà cura di Marco
Delvecchio: nella scorsa stagione, Pivotto cancellò dal campo l'attaccante romanista, riuscendo
persino ad andare in gol all'Olimpico.
- Uomini contati anche a centrocampo: in virtù
delle assenze di Conticchio, e Piangerelli questo reparto sarà composto da Balleri e Colonnello
sulle corsie esterne e Tonetto, Ingesson e Giorgetti in mezzo.
- Ad integrare la rosa giallorossa, sono stati
convocati tre giovani della primavera: Pellicori, Testa e il promettentissimo attaccante Vucinic.
- Infermeria affollata anche in casa romanista: in
forte dubbio la presenza di Totti, Zebina, Cafu e Zanetti, mentre è certa lassenza del
brasiliano Aldair.
- Se Totti dovesse essere della partita, Cavasin
affiderebbe il suo controllo a Giorgetti.
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- Probabili formazioni:
-
- Roma: Antonioli,
Rinaldi, Samuel, Zago, Cafu, Tommasi, Emerson, Candela, Nakata, Batistuta, Del Vecchio.
- Lecce: Chimenti;
Pivotto, Malusci, Savino; Giorgetti, Balleri, Ingesson, Tonetto; Colonnello; Vugrinec, Lucarelli
(Vasari).
-
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15.02.01 |
- Bertini, ma cosa mi combini !?!
- di UL 197 -
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- Ero lì, seduto a guardare 90° minuto ed un
certo malessere si diffondeva in me. Non capivo, mi arrovellavo alla ricerca del motivo di questa
sensazione indesiderata. E una sensazione che ormai da anni ed anni mi porto dietro
guardando il calcio in tv, ma ecco che scorgo un non-fallo da rigore per il Brescia, ma bravo
Hubner! ottimo tuffo! COOOSA??? Lo ha dato! Ho capito il mio malessere! Sono allergico agli
arbitri! Non per partito preso, infatti io distinguo errori arbitrali che si possono commettere e
quelli che si vogliono commettere!
Domenica il bestiario arbitrale si è arricchito di nuovi fantastici episodi, dopo il succitato
tuffo di Hubner spostato solo da un soffio di vento (a proposito non ho dato il voto al tuffo...
4!), a Bologna il Sig. Racalbuto (incredibile è uno dei miei arbitri preferiti è riuscito a
sbagliare quasi tutti gli incontri che ha arbitrato!) lascia giocare tranquillamente a pallavolo
Rinaldi nella sua area di rigore, ma del suo raptus a base di Beach Volley non cè traccia
sui cartellini consegnati in federazione.
A Milano (stessa spiaggia stesso mare), il Vieri Nazionale viene sgambettato di netto dall
unica formica che non prova schifo ad aggirarsi in quel prato, Rossetti che fà? Anche questo è
rigore! Incredulo ma col la gioia di non essere un arbitro, vedo come Abbiati può scalciare
tranquillamente i suoi avversari senza meritarsi il rosso con premio doccia anticipata, ma a
sentire i miei amici tutto ciò accade in buonafede.
Voglio crederci (o forse no!) ma la mia buona volontà viene presa a calci in pancia allorchè
ripenso allarbitro Bertini di Arezzo che riesce a fare invidia a mio nonno che ha 3/10 di
vista! unico lampo di genio lo ha nellespulsione di Osorio (troppo ingenuo per essere
vero!), per il resto è un susseguirsi di orrori sportivi a partire dallo scambio di maglie e
braccia proposto al magico Luka al 39° del primo tempo per finire alla serie di falli invertiti,
ammonizioni risparmiate ai grifoni, etc. etc..
Vista al sua splendida giornata, non mi stupirei se mi dicessero che scendendo negli spogliatoi ha
sbagliato anche ad entrare nel suo!
Vabbè mi consolo guardando la Domenica Sportiva. Argggghhh! Dicono lopposto di quello che si vede in tv!
Ok e meglio se prendo un calmante e vado a nanna, mi consolero con Bisgardo domani almeno
li cè Mosca che è una persona seria!
Occhio signori arbitri cè un nuovo moviolista incorruttibile che veglia su di voi!
Appuntamento a domenica prossima, sono sicuro che nella vostra infinità bontà mi darete di che
parlare!
Ciao a tutti e Forza Lecce oggi + di ieri - di domani!
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11.02.01 |
- Deserti e caotici giardini
- Chino -
- Il proverbio dice che l'erba del
vicino è sempre più verde. Ebbene, questa sera, dopo essermi visto il posticipo tra Gobbi e
Partenopei, mi rendo conto che le mie dita si sono improvvisamente sciolte e che scrivere
sull'incontro dei nostri con i Grifoni perugini mi riesce più facile. Perchè? Perchè il
proverbio pecca per eccesso di generalizzazine; perchè l'erba del vicino (non alludo di certo a
quella juventina) può essere secca come il deserto del Dacht-i-Kavir, in Iran. Partendo da questo
presupposto, e dopo essermi consolato con le disgrazie altrui, le mie impressioni sui nostri
undici salentini si sono decisamente rammollite, per cedere il passo ad un benevolo "ma sì,
va bene comunque".
Eppure, mi avessero forzato a scrivere qualche ora fa, avrei trasformato la piccola rubrica in un
ampolla di veleno letale per chiunque, fanaticamente, stravede sempre e in ogni caso per i
Giallorossi.
- Già, perchè la prova dei nostri mi è
parsa tutto fuori che "da Lecce"; e se il nostro tecnico è spesso osannato per la sua
capacità di far quadrare gioco e giocatori in un'intersezione di aree che potremmo chiamare
"rigore tattico" e "corsa a tutto polmone", beh, oggi questi elogi si
potrebbero tranquillamente lascire nell'armadietto e prendere in considerazione, al loro posto,
scheletri e scheletrini meno incantevoli. Tanto più che i proclami della vigilia parlavano, per
bocca stessa dei diretti interessati (Cavasin e Vugrinec in particolar modo) di una chiara
superiorità del Lecce e di una lampante relazione amorosa tra i Perugini e la dea bendata. Vi
attendavate ad una resa dei conti? Consideravate scontata una bella sculacciata agli Umbri e alla
loro fortuna? Allora andrete a letto con la bile agressiva e vi sveglirete (come me) con il
rischio gastrite e ulcera.
- Quali sono state le grandi pecche dei
nostri? Di sicuro e di più lampante c'è stato il caos a centrocampo, e, ahimé, questa è una
pecca che si ripete da qualche incontro. L'incapacità di mettere ordine nel proprio armadio e di
sistemare tranquillamente le proprie faccende è ciò che più ha innervosito lo spettatore
odierno. In effetti, dopo il primo quarto d'ora di studio, è apparso lampante che le
riconosciute qualità di interdizione dei vari Piangerelli, Ingesson non avrebbero
conosciuto quello sbocco naturale di reimpostazione del gioco, normalmente incarnato da
Conticchio. La decisione di inserire Colonnello dal primo minuto, dava poi l'impressione che il
sarto avesse rammendato il ginocchio mentre il buco si trovava nel gomito. Perchè non provare con
"topolino" Vasari e con Giorgetti interno di copertura? In fondo lo squalificato era
Balleri e non Tonetto... Comunque, passando sulle scelte tecniche, resta stampata agli occhi di
tutti l'assenza totale di brillantezza del nostro centrocampo. Gli errori si sono contati a
bizzeffe, compreso quello maldestro dell'intoccabile Giorgetti che ci sarebbe potuto costare
carissimo. Fortunatamente abbiamo una difesa piuttosto efficace (ma che paga in contanti ogni
minimo errore, vedi primo pareggio) altrimenti non staremmo neanche qui a discutere della salvezza
da raggiungere a fine campionato.
A questo andazzo da giardino caotico, dove le piante eleganti sono state sopraffate da quelle
parassitarie ed opportuniste, bisogna aggiungerci lo psicodramma toccato al settore più avanzato.
L'uscita prematura di Lucarelli è inquietante perchè sembra provocata da un malanno che ha
infastidito il nostro bomber per tutta la settimana; malanno nascosto in modo bulgaro da tecnici e
società. Ora, se la faccenda è seria, l'espulsione di Osorio (giustiziere solitario punito per
le intenzioni più che per i danni provocati) acquista una drammaticità gigantesca: con chi
giocheremo a Roma?
- Con Pellicori? Con Konan? O con Vucinic,
che non risulta neanche sulla panchina della "primavera" che ha pareggiato sabato con il
Palermo?
- Di certo, Vugrinec non può fare cavalier
solitario e, anche se nel secondo tempo di oggi si è preso le sue responsabilità e si è
trasformato in leader, all'Olimpico sarà un'altra storia (gatto Samuel se lo papperà come fosse
un canarino).
Dunque, occorre far ordine, ridare ai nostri quegli impulsi che facevano sii che le reti a nostro
favore non nascevano da sporadiche e casuali azioni di rimessa (come è stato oggi) ma come frutto
di un ragionato lavoro a metà terreno, come giusta ricompensa ai prolungati tentativi di sfondare
con intelligenza le difese avverse.
Tra il deserto altrui e il nostro attuale giardino caotico, c'è una terza via percorribile:
quella che ci porterà all'Eden. Staremo a vedere.
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11.02.01 |
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09.02.01 |
- Il Lecce chiede strada al Perugia
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- Archiviato il girone d'andata, il Lecce ricomincia dal
Perugia.
- La formazione di Serse Cosmi, data per sicura retrocessa
alla vigilia del campionato, è stata in grado di sorprendere tutti attestandosi, al giro di boa,
al sesto posto in classifica.
- Eppure, la gara disputata ad inizio stagione al
"Renato Curi" evidenziò una netta superiorità della squadra di Cavasin, che si vide
sfuggire la vittoria a causa di un rigore molto dubbio trasformato da Materazzi.
- Al "Via del Mare" sarà una partita ben
diversa: il Perugia, come attesta la sua posizione in classifica, ha fatto molti passi avanti e in
trasferta ha già colto prestigiosi successi (a Firenze, Milano e Reggio Calabria).
- Il Lecce, che punta decisamente alla vittoria, si
appresta ad affrontare gli umbri con un centrocampo alquanto rimaneggiato: allassenza di
Balleri per squalifica, infatti, si aggiungerà quella di Conticchio, che non ce lha fatta a
smaltire in tempo linfortunio rimediato al ginocchio sinistro giovedi scorso.
- Cavasin sarà, pertanto, costretto a rivedere i suoi
piani di centrocampo: negli ultimi due giorni, il tecnico giallorosso ha provato Vasari nel
ruolo di laterale destro e Mateo in quello di interno sinistro: ma questa rappresenta solo una
delle molteplici soluzioni a sua disposizione.
- A sostituire gli assenti Balleri e Conticchio, infatti,
potrebbero essere chiamati i più "rodati" Colonnello e Piangerelli (che hanno
collezionato un notevole numero di presenze nel corso del girone dandata).
- Il reparto difensivo rimarrà invariato e sarà
confermata la coppia dattacco Lucarelli-Vugrinec: il croato, tra laltro, sembra avere
un "conto aperto" con i grifoni: in tre confronti (due dei quali in Intertoto tra le
file del Trabzonspor) ha realizzato tre gol.
- Il Perugia giunge a Lecce senza particolari problemi di
organico: unico assente sarà Pieri che, sebbene convocato, non sarà in campo per i postumi di un
infortunio al naso. Al suo posto, sulla fascia sinistra di centrocampo, ci sarà Milanese. Ancora
in dubbio lutilizzo di Baiocco, non al top della condizione fisica. In attacco, Serse Cosmi
punta ancora una volta sul tandem Vryzas-Saudati.
- Arbitrerà lincontro il sign. Bertini
dArezzo.
- Probabili formazioni:
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- Lecce: Chimenti; Juarez, Viali, Savino;Vasari,
Giorgetti, Ingesson, Piangerelli, Tonetto; Lucarelli, Vugrinec
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- Perugia: Mazzantini; Rivalta,
Materazzi, Di Loreto; Zé Maria, Tedesco, Liverani, Blasi, Milanese; Vryzas, Saudati
-
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05.02.01 |
- VII: non rubare!
- Lo Sciacallo -
- Stadio Olimpico: ore 16.52, 90° minuto,
scaduto da circa 30 secondi, contropiede fulminante del Lecce, che si riversa in palese
superiorità numerica (5 contro tre) nella trequarti laziale.
- Colpito da un attacco ischemico cerebrale
transitorio (TIA), il giocatore della Lazio Pavel Nedved cade tramortito, con movimenti
afinalistici dellarto inferiore destro (gamba piegata sulla coscia, piede in equinismo),
crisi comiziale, perdita di feci e urine.
- Lipertiroideo Borriello ferma
lazione ed accorre per sincerarsi delle gravissime condizioni di salute del giocatore
laziale. Entra la barella motorizzata, il neuropatologo, il rianimatore, il neurochirurgo, il
fisiatra, il cardiologo, lequipe che ha operato Castagna ed il medico della Nazionale. Ma un
momento! Che succede?! Miracolo!!! E risorto!
- Contrordine, non era un TIA: era la
riesacerbazione di un unghia incarnita del V dito del piede sinistro del giocatore ceco. Ed
i movimenti afinalistici? Manco per niente, erano finalistici, o meglio finalizzati ad
interrompere lazione di rimessa del Lecce. E la crisi comiziale? Manco quella cera. O
meglio cera il comizio, uno sbraitarsi di braccia per invocare laltolà
dellarbitro. E la perdita di feci e urine? No, questa invece cera. Nedved e la Lazio
se stavano a fa sotto...per la paura.
- Allora come la mettiamo? Se quel giocatore
si fosse chiamato Enninaya, avesse vestito la maglia del Bari, fosse caduto in area di rigore,
procurandosi la massima punizione, lintera stampa nazionale, il movimento per la difesa dei
diritti civili, il Codacons, lAdusbef, e la CEI sarebbero insorti per gridare
allinfamia dellextracomunitario, giudicato in contumacia meritevole di cinque giornate
di squalifica per la gravissima simulazione.
- In questo caso, invece, il giocatore è
comunque un extracomunitario, ma è biondo con gli occhi azzurri, è il vero ariano, veste la
casacca dei campioni dItalia in carica, è cascato ad azione lontanissima d infine, che
diamine!, soffre pur sempre di unghia incarnita!
- Ed il resto?
- Il resto parla di una partita in trincea
per tutto il primo tempo, con un susseguirsi di calci dangolo laziali, senza tuttavia grossi
problemi per lo Zio Fester, almeno fino al momento del primo transitorio vantaggio biancoceleste.
Vasari è troppo innamorato dei suoi piedi e quando alza la testa, Peruzzi ha ormai recuperato la
posizione. Ingesson invece è troppo incavolato con i propri piedi e li sbatte ripetutamente
contro il terreno. In compenso Juarez ha finalmente trovato il giusto equilibrio nei comuni falli
e strattoni darea. In poche parole, la Maginot tiene. Ma quanta sofferenza! E siamo sotto di
un gol.
- Poi arriva il secondo tempo che non
taspetti. Palla al centro e pareggio. Di nuovo sotto di due gol, ma poi Vuga scava una
galleria sotto le gambe di Fernando Coito (interruptus), il quale fa spallucce e ostacola la
manovra daggiramento del croato con il resto del corpo. Rigore! Ma non per tutti,
ovviamente. Bisogna difendere sua maestà la Lazio. Ed allora ecco la grancassa romana capitanata
da Francesca Sanipoli, che dimostra come una giornalista donna sia molto più partigiana di certi
suoi colleghi Melliflui.
- Il suo servizio per la Domenica Sportiva,
cui sfugge del resto anche il salvataggio sulla linea di Poborsky a cavallo tra il secondo ed il
terzo goal laziale, è un concentrato di lodi sperticate per Zoff e di sospetti lanciati sul
rigore accordato a favore del Lecce. Senza ritegno!
- Lucarelli non ci sta e la mette dentro. I
tifosi laziali, che fino a quel momento sembravano come i pupazzi della Play Station, che esultano
solo in occasione dei goal, entrano in una fase contemplativa e di preghiera. Stringono i denti.
Zoff intanto si tutela. Fuori una punta dentro Simeone detto il Provocatore. Ma a proposito
ricapitoliamo un poco: Nedved, Poborsky, Veron, Crespo, Salas e Simeone. Quanti passaporti! E la
dogana?
- Strano concetto di extracomunitario che
hanno quelli della Lazio e gli illustri personaggi politici che la sostengono. Se sono trasportati
dai gommoni albanesi, vanno espulsi, perché clandestini. Se invece scendono a Fiumicino, ma con
passaporti taroccati, alberi genealogici inventati, nonni acquisiti, e soprattutto con ottime
referenze calcistiche, allora gli unici a dover essere espulsi sono i difensori italiani che
cercano di fermarli sul campo.
- Valli a capire!
- Intanto Tonetto viene falciato in area, ma
Borriello non è De Sanctis ed allora finirà nel girone degli ignavi.
- "Ladri, Ladri" canta inferocita
la curva leccese, allindirizzo della Tribuna Montemario e di un incaricato alla vigilanza
vestito di verde, che dovrebbe sorvegliare il comportamento degli astanti e che invece si lascia
andare a gesti irrepetibilmente offensivi.
- "Come la Juve, voi siete come la
Juve" è la logica chiosa con ironico applauso di contorno indirizzato ad avversari che per
anni hanno lamentato torti arbitrali e che invece questa domenica vengono giubilati da un arbitro,
per di più settentrionale.
- Del resto che cosa volete che importi ai
laziali del settimo comandamento? Stanno a Roma, ce pensa il Giubileo.
- Eppure verrà il giorno...
-
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05.02.01 |
- Le fiacche ai piedi del
topo
- Chino -
- Iniziamo dalla fine. All'ottavo piano, i
numerosi tifosi giallorossi, mescolati ai presunti tali (la Juve ha giocato in anticipo...)
smobilitano le loro chiappe dalle sedie in legno del club ginevrino e si guardano con aria quasi
soddisfatta. Domina il sorrisino un po' ricurvo verso il mento, ma si vede anche qualche occhio
malinconico e qualche raro volto scuro.
Certo, al colpo di rapina in stile "mordi il parmigiano a tempo scaduto" ci si è
creduto in molti, ma questa volta il topo è finito nella trappola prima di aver potuto addentare
l'ultima porzione del latticino che ci avrebbe dato un punto supplementare in classifica. E qui
arriva quell'unico "se", quell'unica recriminazione dell'incontro: se caporal Borriello
avesse avuto il coraggio di dar fiato al fischietto, sanzionando l'atterramento del nostro Varenne
sinistro, la trappola non sarebbe mai scattata, il topolino si sarebbe leccato i baffetti e
mostrato i fieri dentini all'aquila laziale.
Al di là di questo caso da moviola, ci si può comunque consolare dicendosi
che:
- la Lazio, senza averci fatto vedere il lato oscuro della Luna, è riuscita a macinare una
quantità impressionante di gioco. Ha dominato a metà campo, dove il tenore argentino dal
passaporto probabilmente falso, ha fatto quello che aveva voglia di fare (insufficiente la prova
di Ingesson in fase di contenimento del finto calvo), compreso un goal tutto telefonato con tanto
di prefisso (insufficiente la reazione di Zucchina Chiementi al tiro forte ma non imprendibile
dello stesso). Sempre nella zona nevralgica del campo, Nedved non ha avuto molti problemi a
sbarazzarsi, ogni qualvolta la necessità lo domandava, del nostro improvvisato marcatore Balleri,
salvo incrociare i suoi incauti tacchetti e finire rovinosamente a terra. In attacco, poi, Crespo
ha fatto il suo bravo compitino alla Paolo Rossi, capitalizzando con cinismo i centimetri
concessigli da un Savino non proprio brillante. Il Matador, invece, grazie all'attenta guardia di
Juarez (sempre più rinato) ha matato mosche, zanzare e niente più. Della difesa non parlo
nemmeno: Nesta è quel che è (purtroppo), mentre quello scarpone di Couto potrebbe giocare anche
senza zampe, tanto è forte di testa. Insomma, una Lazio dominatrice, alla quale un pareggio le
avrebbe dato i giusti argomenti per aprire un processo per truffa nei nostri confronti.
- - il Lecce ha giocato con ordine e rigore
tattico. Ci si poteva attendere dal Cava uno schieramento difensivista ad oltranza, invece, a mio
modesto parere, il 3-5-2 non è mai scivolato troppo a lungo in 6-3-1 o 7-3-0. Il che si è
tradotto in una capacità dei nostri di rilanciare quasi sempre le chances di ribaltamento di
campo. È mancata probabilmente la convinzione nei propri mezzi e la rabbia giusta che ti fa
vincere i contrasti a metà campo (quante palle malamente perse o sprecate in questa zona); quella
convinzione e quella rabbia che, sul 3-1, ci hanno permesso di rientrare in partita.
- Accantonato questo appunto, i Giallorossi
ce l'hanno messa tutta e non meritano rimproveri sull'impegno. La condizione atletica ha retto
fino in fondo, il che, alla diciassettesima partita e su di un campo francamente difficile, è del
tutto rimarchevole.
- Dunque, queste due consolazioni (una
Lazio troppo forte, un Lecce molto volitivo), ci aiutano ad accettare con onore il verdetto: il
topo si è trovato con la testa incastrata sotto la trappola, ma con i piedi gonfiati dalle
fiacche che stanno a dimostrare la sua corsa ininterrotta per sfuggire al suo triste destino.
- Per finire, un'ultima osservazione sulla
telecronaca: mi è parsa del tutto eccezionale (e spero ripetibile) l'oculatezze e l'equilibrio
con cui la Morace e il suo collega di reparto hanno parlato delle sorti delle due squadre in
campo. Per una volta, le mie incredule orecchie hanno incassato elogi e lusinghe per un Lecce
troppo spesso cantonato nel ruolo della comparsa; per la prima volta mi è parso di sentire una
sincera "par condicio" nel commento della partita.
- Lunga vita al calcio femminile e alle sue
ex-eroine!
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04.02.01 |
- Roma - 04.02.01 (Ore 15.00)
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- Il Lecce di Cavasin, seppur piegato
dalla poderosa Lazio, esce a testa alta dallOlimpico.
Nonostante lenorme differenza di valori in campo, i salentini hanno saputo tenere in
apprensione per lintera durata dellincontro i campioni dItalia,
"rischiando" di strappare un clamoroso pareggio al 90; ma il fallo in area di
Pancaro su Tonetto non è stato sanzionato dal direttore di gara Borriello. E non poteva essere
diversamente per un arbitro che, pochi minuti prima, in occasione di un calcio di punizione dal
limite dello specialista Vugrinec, aveva fatto posizionare la barriera biancoceleste a soli 5
metri di distanza!
Nonostante tutto, però, il Lecce ha destato unottima impressione riuscendo a far paura agli
avversari in più frangenti della gara.
Le dichiarazioni rilasciate a fine gara da Zoff & Co., per nulla improntate al fair-play,
riguardo alla schiacciante superiorità della Lazio suscitano, pertanto, una certa ilarità da
parte leccese, ben sapendo che giocatori, tecnici e tifosi laziali al triplice fischio finale
avranno tirato un sospiro di sollievo davvero profondo. Ma non curiamoci di loro e torniamo a
commentare una gara che ha lasciato lamaro in bocca per il risultato finale ma non certo per
la prestazione.
I ragazzi di Cavasin hanno probabilmente disputato la migliore partita esterna della stagione,
tenuto conto che si sono opposti con valore ad una Lazio irresistibile e rivitalizzata dalla cura
Zoff.
Grazie ad un gioco tatticamente lodevole, infatti, il Lecce è stato dapprima in grado di
resistere ai tambureggianti e, a tratti, devastanti assalti dei campioni dItalia
(soprattutto nel corso del primo tempo) e poi di distendersi in avanti con lautorevolezza
tipica di una squadra di caratura ben maggiore.
I giallorossi hanno avuto il merito di non mollare mai, restando in partita fino allultimo
secondo: e con la Lazio di questi tempi, nonostante la sconfitta, la trasferta dellOlimpico
assume il sapore di una mezza impresa.
La supremazia biancoceleste, a tratti imbarazzante nel corso del primo tempo, ha prodotto diverse
occasioni da gol; ma bisogna dire che, a dispetto della gran mole di gioco prodotta, le
conclusioni dei laziali sono state connotate da imprecisione ed eccessiva foga. Solo grazie ad un
lampo di Crespo, che al 42 si liberava di Savino con una repentina girata, la formazione di
Zoff riusciva a passare in vantaggio.
Fino a quel momento, la marcatura ad uomo della difesa leccese era riuscita a chiudere ogni
spazio, e i pericoli alla porta di Chimenti erano arrivati soprattutto da conclusioni dalla media
distanza o da cross radenti non arpionati da Salas e Crespo.
Con un Lecce impegnato a contenere le sfuriate dei campioni dItalia, Lucarelli e Vasari
(schierato da Cavasin al posto di Vugrinec) avevano poche opportunità di mettersi in mostra,
anche se, in una di queste, Vasari stava per siglare il gol del vantaggio: il suo pallonetto da
oltre 40 metri usciva, però, di poco fuori, graziando Peruzzi, autore di un grossolano errore
nella circostanza.
Lucarelli si faceva notare per la solita generosità con cui tornava a dar man forte a centrocampo
nei momenti di maggiore pressione della Lazio, e nellunica occasione in cui è riuscito a
puntare pericolosamente a rete ci ha pensato a fermarlo Borriello per un fuorigioco semplicemente
inesistente.
Dopo un primo tempo giocato in maniera giudiziosa ed accorta, il Lecce si ripresentava in campo
deciso a giocarsi il tutto per tutto, affrontando il temibile avversario a viso aperto, e già al
6 del secondo tempo riusciva a riacciuffare la Lazio. Il pallonetto di Lucarelli sarebbe
finito certamente in gol, ma per maggior sicurezza Conticchio lo sospingeva in rete praticamente
mentre varcava la linea di porta, "rifacendosi", in qualche modo, del gol che Lucarelli
gli "sottrasse" rocambolescamente nellultimo derby.
Ancora una volta decisiva la "spizzicata" di Ingesson, fino a quel momento in ombra.
Ristabilito il risultato di parità, la partita diventava emozionante, con due squadre alla
ricerca del gol. Linserimento di Vugrinec al posto di Vasari confermava le intenzioni
maggiormente offensive di Cavasin.
Ma il coraggio dei giallorossi era destinato a fare i conti con lo straordinario stato di forma
dellargentino Crespo, il quale, dopo aver colpito una clamorosa traversa di testa, riportava
in vantaggio la Lazio (66') con una zampata che lasciava esterrefatti Chimenti e il marcatore
Savino.
Il Lecce non si perdeva danimo e si catapultava in avanti alla ricerca del pareggio, ma al
71 la fortuna non assisteva il poderoso stacco di testa di Viali sugli sviluppi di un calcio
dangolo: a portiere battuto, Poborsky ribatteva distinto sulla linea la schiacciata
del capitano giallorosso.
Il pressing del Lecce si faceva intenso e la Lazio perdeva la scioltezza iniziale: ma ancora una
volta, nel momento migliore dei Salentini, erano i biancocelesti a passare (al 76), grazie
ad unindisturbata discesa di Veron, lasciato colpevolmente libero, che dal limite
dellarea faceva partire un forte tiro sul quale Chimenti avrebbe, forse, potuto fare
qualcosa di più.
3 1 per la Lazio e partita chiusa? Neanche per sogno.
Dopo una clamorosa occasione da gol fallita da Crespo, Vugrinec rimetteva in discussione il
risultato, bevendosi come birilli quattro avversari compreso Couto che, superato in tunnel,
ostacolava la corsa del croato. Borriello, nonostante le isteriche reazioni dei biancocelesti (che
nel corso di tutta la partita hanno denotato notevole arroganza e scarsa sportività), concedeva
un rigore che Lucarelli trasformava (all80), raggiungendo quota 9 in classifica
cannonieri.
Il forcing finale del Lecce, sebbene veemente, non sortiva altro effetto che quello di mettere in
seria difficoltà la Lazio, peraltro graziata da Borriello in occasione del rigore non concesso a
Tonetto al 90 e in occasione dellassurda interruzione del gioco al 93 per un
banalissimo infortunio a Favalli, sugli sviluppi di un pericoloso affondo del Lecce in netta
superiorità numerica (5 contro 3).
E uscire imbattuti dallOlimpico diventa pura utopia quando si affrontano i campioni
dItalia e un direttore di gara palesemente afflitto da "sudditanza arbitrale"
acuta.
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03.02.01 |
- Il Lecce prova ad "arginare" la
Lazio.
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- Con larrivo in panchina di Zoff, la Lazio
è tornata ad essere larmata invincibile dello scorso campionato: gli
"straripanti" risultati delle ultime giornate lo testimoniano palesemente. Continua,
dunque, il beffardo calendario del Lecce, che in campionato ha già dovuto affrontare molte
squadre mentre erano al top della forma: Udinese, Roma, Atalanta, Juventus, Milan
e adesso
è il turno della Lazio. Compito improbo, quindi, per i ragazzi di Cavasin, chiamati a superarsi
per poter arginare la formazione biancoceleste.
- Il Lecce, tuttavia, si presenta allOlimpico con
laria di chi ha tutta lintenzione di tirare un brutto scherzo: sulla scia dei
risultati positivi ottenuti nelle ultime cinque giornate, infatti, i giallorossi hanno il morale
molto alto e la fiducia nei propri mezzi si è accresciuta notevolmente: pertanto, possono
scendere in campo senza particolari ansie e con la giusta concentrazione, fermamente decisi a
strappare un risultato positivo.
- Cavasin, che ha assistito di persona alla gara Fiorentina
Lazio domenica scorsa, sa che non sarebbe possibile uscire indenni dallOlimpico
attuando una tattica di contenimento: la sua squadra, quindi, sarà votata allattacco,
sebbene il reparto difensivo farà di tutto per chiudere ogni varco ai campioni dItalia.
- Cè molto entusiasmo nellambiente giallorosso
per i risultati conseguiti finora, e si prevede che saranno due-tremila i tifosi salentini che
sosterranno la propria squadra allOlimpico, fiduciosi in una nuova memorabile impresa dei
ragazzi di Cavasin.
- Le due formazioni sono al completo: nel Lecce sarà
regolarmente in campo Tonetto, che si è allenato a parte durante la settimana per alcuni problemi
fisici, così come Balleri, che ha smaltito un colpo al ginocchio. In linea di massima, i
salentini dovrebbero affrontare la Lazio con la stessa formazione di domenica scorsa, con
Piangerelli, Mateo e Osorio che partiranno dalla panchina.
- Nella Lazio, rientra in difesa Negro; Pancaro, quindi,
verrà spostato sulla sinistra. A centrocampo si rivedrà Veron, che prenderà il posto di
Stankovich; in attacco, confermata la coppia Crespo Salas.
- Probabili formazioni:
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- LAZIO: Peruzzi; Negro, Couto, Nesta, Pancaro;
Poborski, Baggio, Veron, Nedved; Salas, Crespo.
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- LECCE: Chimenti; Juarez, Viali, Savino; Giorgetti,
Conticchio, Piangerelli, Ingesson, Tonetto; Lucarelli, Vugrinec.
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- 01.02.01
-
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- Kapùt mundi
- Lo Sciacallo -
- Narrano le cronache di questi ultimi giorni
che un tal giornalista della piazza Romana, uno dal nome che ricorda una specie di fagioli in
scatola, abbia espresso un lapidario giudizio sul goal annullato al Bologna: era regolare!
- Ho consultato il Regolamento del Gioco del
Calcio, lho spulciato, esaminato rigo per rigo, parola per parola. Posso dire con certezza
che ai giocatori non è concesso segnare goal di mano, eccezion storica fatta per un calciatore
argentino (che non è Cruz), al quale fu permessa grazia di eliminare lInghilterra in una
competizione mondiale con codesto colpo "mancino".
- Forse Cruz riteneva di poter sfruttare un
simile, e sia chiaro, autorevole precedente di un suo connazionale. Ma il Dio del Pallone è un
Dio giusto, può far passare la marachella di un grandissimo campione, ma non la manata di un
brocco! A tutto cè un limite. Ed allora ecco lintervento provvidenziale e riparatore
di un arbitro, che essendo esecutore di una Giustizia Divina, non poteva che chiamarsi De Sanctis.
- Ora il tapino giornalista di cui sopra,
evidentemente digiuno sulla regola del gioco del calcio n° 12, ha pensato bene di sfruttare
questa situazione per rinnovare le critiche ad un arbitro, che in quel di Roma, sponda laziale,
non gode di prestigiosa fama.
- Quando leggo certi commenti, un desiderio
mi passa per la testa: "voglia il cielo che mi capiti di leggere quanto prima un commento di
segno opposto da parte dello stesso giornalista in caso di analogo goal convalidato ai danni della
sua Lazio...".
- Se la mamma degli imbecilli è sempre in
cinta, quella dei giornalisti imbecilli non interrompe mai la gravidanza e quella dei giornalisti
romani imbecilli li sforna, purtroppo, prematuri.
- Come penso sappiate larbitro De
Sanctis di Tivoli, oltre ad essere noto per i due rigori consecutivi assegnati a favore del Lecce
in quel di Milano, è famigerato tra i sostenitori Laziali per il gol non convalidato al Parma, in
quel di Torino. Che poi non si trattasse di goal annullato, ma di azione fermata dal fischio
mentre il pallone colpito di testa da Cannavaro si indirizzava verso la porta, beh questo per un
giornalista imbecille romano non importa.
- Che poi il can can sollevato da quella
decisione abbia contribuito a "condizionare" il comportamento di Collina nella partita
di Perugia, regalando lo scudetto alla Lazio, importa men che meno, anzi è motivo di orgoglio.
- A simili esemplari di correttezza super
partes importa solo suonare la grancassa della "sudditanza psicologica" per far vendere
il Corriere dello Sport giornale con attendibilità pari allo 0,00001% - nella Capitale.
- Vivo a Roma da circa 13 anni ed i primi
tempi sono cascato nella ragnatela del Corriere dello Sport, perchè pubblicizzato come quotidiano
con ampio spazio dedicato alle squadre meridionali.
- Vero. Il problema è che Lazio e Roma sono
due squadre meridionali. Il 90% dellampio spazio pubblicizzato è occupato dalle suddette
(in media 5 pagine a testa, per par condicio).
- Insomma si tratta del classico giornale, il
cui utilizzo può essere quello di avvolgere la carta del pesce. A chi verrebbe in mente infatti
di collezionare un giornale che, mentre scrivo titola a nove colonne "CASSANO E DELLA
ROMA", salvo poi scrivere in minuscolo e su una pagina interna che è stato raggiunto un
accordo con il procuratore della sorella della madre (cioè la zia) del giocatore?
- E noi tifosi leccesi ci dovremmo lamentare
di non trovare adeguato spazio tra le colonne di questo altisonante quotidiano?
- Ma sia ringraziato il cielo! Il nome della
mia squadra, della mia città, del mio capoluogo di provincia, della mia provincia, confuso tra
quello della fidanzata di Totti, del vicino di casa di Nesta, del compagno di banco di Favalli,
del compagno di merende di Pancaro, del parente trisavolo di Veron (a proposito, dovè il
passaporto?).
- Queste sono notizie che interessano il
cittadino della Capitale, ovvero di questa affascinante città, dove ogni mattina si vive un
derby: al bar, in taxi, sugli autobus, in fila tra le macchine, in ospedale, in tribunale,
ovunque. Non cè posto dove non si competa tra "romanisti e laziali". Sarà forse
inscritto nel DNA di questo strano popolo, abituato a contese simili (per altro sanguinarie) fin
dai tempi di Romolo e Remo, lotte fratricide che si sono protratte con quella bislacca istituzione
politica che fu il consolato, passando per le sfide imperatore-senato e giungendo a quella non
certo meno nobile papato-Garibaldi.
- Negli ultimi anni questa sfida tra Orazi e
Curiazi era limitata alla rivalità stracittadina, ma adesso che entrambe le squadre frequentano i
quartieri nobili è diventata insopportabile.
- Ma poi se guardiamo gli almanacchi, che
cosa avranno da vantarsi nella loro storia calcistica?
- Gli uni hanno vinto uno scudetto dopo
unastinenza di circa trentanni. Gli altri non vincono uno scudetto da circa 15 anni. E
quanti scudetti hanno vinto? Due. Quanti ne ha vinti, in tempi recenti il Napoli. Meno del Genoa e
del Provercelli. Sommati non raggiungono il Torino.
- Insomma un palmares da leccarsi...le
ferite!. Per non parlare dei laziali, che possono essere additati a veri esperti
nellimbroglio calcistico: una retrocessione, nove punti di penalizzazione, decine di anni di
squalifica per scommesse clandestine.
- Complimenti vivissimi! Un esempio
edificante.
- Passeggiando tra i monumenti, i musei, le
piazze e le basiliche di Roma respiri la grandezza di quella che è stata per titoli la capitale
del mondo per un arco millenario.
- Di tale grandezza sono rimaste nel
linguaggio colorito dei cittadini meravigliose iperboli poetiche.
- Sfogliando i quotidiani e vedendo le
trasmissioni locali ci si rende conto di come siano caduti così in basso.
- Ecco perchè vi dico: non lamentiamoci se
nei giornali sportivi e nelle trasmissioni romane ci sia per il Lecce così poco spazio,
lasciamolo tutto a loro, so popo daaa Lazio!
- Se poi in quel poco spazio si parla pure
male del Lecce, beh in quel caso la si potrebbe buttare sul canto: "Ma che ce frega, ma che
ce mporta...".
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01.02.01 |
- Vento di passione
- di "Semeraro Sindaco" -
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- Maggio 1995.
- Stadio "Via del mare" Lecce-Como 0-1.
- Il Lecce in un clima surreale sprofonda in serie
C/1. Quel giorno eravamo in 500 allo stadio e ricordo perfettamente le lacrime della gente, la
rabbia e la disperazione di un popolo umiliato da un'infame retrocessione! Ero in curva quel
giorno. Rammento ancor'oggi le parole di un bimbo che, al cospetto del padre in lacrime,
chiedeva vanamente col suo sguardo perduto cosa stesse realmente succedendo. Fu un vecchio a
rispondergli "nulla-disse-non e' accaduto nulla, ora tutto e' finito".
- Si smise di parlare di calcio nella nostra
citta'. Il Bari di Tovalieri e Protti era una chimera irraggiungibile. I nostri rivali ci
riservavano la piu' amara indifferenza ed ormai il calcio che conta sembrava averci dimenticato!
- Gennaio 2001.
- Sette anni dopo quello stesso stadio e' tornato
a sorridere ad inseguire quell'illusione chiamata EUROPA. Non c'e' piu' Baldieri e Notaristefano
ci sono Vuga e Lucarelli ma la passione di questa gente, che settimanalmente lavora per
permettersi l'ingresso allo stadio, non e' cambiata. Ricordo che l'anno della retrocessione c'era
un tizio che appariva nelleTV private salentine che parlava di serie A in 4 anni a cui nessuno
credeva.
- Il tizio in questione era un avvocato di
Monteroni che si chiamava Mario Moroni. Si parlava di nuovi entusiasmi. Ma dopo l'era-Bizzarro
nessuno piu' era disposto a farsi infinocchiare da discorsi demagogici.
- Sono cosciente di andar contro all'opinione
della massa che domenicalmente affolla la Nord, ma attraverso questo articolo, che spero venga
pubblicato, voglio ringraziare lo sforzo di un gruppo societario che ha riportato il gran calcio a
Lecce investendo denaro e cuore alla causa di questa magica squadra. Non smettero' mai di
ringraziarli. Questa e' un'infinita stima e gratitudine che mi ha fatto desistere dal contestare
scelte criticabili quali l'allontanamento di Lorieri e compagni!
- Sognamo ragazzi,sognamo pure Lecce ed il Lecce
e' ormai una provinciale di lusso grazie alla professionalita' di gente che ha reso grande il
Lecce ed il Salento.
- Sono convinto che il pezzo suscitera' critiche
ma mi e'sorto dal cuore. Lo stesso cuore che ogni domenica soffre per un gol subito ed esplode per
un gol realizzato non dalla mia squadra ma dalla mia citta'.............da me stesso.
- Io sono SEMERARO SINDACO e mi ritrovate spesso
nel forum di questo grande sito (complimenti WEB MASTER)!
- Mi innamoro solo se giallorossa e' la sua maglia
gialla, gialla come il sole rossa, rossa come il cuore...
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